Cono Sur è il naturale proseguimento di Otras Miradas, un viaggio durato poco meno di due anni che mi ha permesso di esplorare, conoscere, condividere e fotografare l'America Latina nelle sue più eccentriche e poliedriche sfacettature.

Dopo ventidue mesi di vagabonding, la necessità di battezzare un posto con il nome di "casa" si è fatta sentire, e qual luogo migliore se non l'indomabile e aspra Patagonia cilena con i suoi venti ruggenti, i drammatici e sconfinati paesaggi punteggiati dai picchi innevati, dalle valli dominate dai ghiacciai e dalla gialla steppa che si estende a perdita d'occhio.

 

Puerto Natales rappresenta per me, in questo momento, quel luogo che posso chiamare casa. Un paesello di ventimila anime localizzato all'estremità di quel fiordo che nel XVI secolo il grande navigatore spagnolo Juan Ladrillero battezzò con il nome di Ultima Esperanza e che tutt'oggi da il nome all'intera provincia.

Quell'ultima esperanza che per Ladrillero rappresentava la possibilità di trovare finalmente la via di uscita attraverso lo stretto di Magellano verso l'oceano Atlantico, ma che alla fine lo portò solamente ad incontrarsi di fronte all'incredibile e inaccessibile mole del Cerro Balmaceda che dalle sue guglie granitiche sputava lingue di ghiaccio che si scioglievano direttamente sulle freddissime acque del fiordo. 

Oggigiorno Puerto Natales rappresenta invece la speranza per molti di quei giovani che da tutte le parti del Cile e del mondo si trasferiscono qui in cerca di una vita più tranquilla e sobria, a contatto con una natura che a pochi kilometri dal paese si manifesta nella sua più totale asprezza e solitudine.

 

Io sono appunto uno tra i tanti, tra i tanti esploratori e avventurieri che, così come fecero i primi pionieri europei di fine '800, ha deciso di installarsi sotto le pendici della Sierra Dorotea, laddove le placide e poco profonde acque del Golfo Almirante Montt si incontrano con quelle più fredde e agitate del Seno Ultima Esperanza.

Molti di noi conoscono la Patagonia attraverso gli occhi e le parole di altri, di quelle persone che per prime hanno osato mettere piede ed esplorare questo vasto territorio inesplorato dell'America Latina. Il comandante Robert Fitz Roy che a bordo del HMS Beagle solcò e tracciò le prime mappe cartografiche delle miriadi di penisole ed arcipelaghi che conformano l'estremità meridionale del continente, accompagnato dal famoso biologo inglese Charles Darwin.

 

Il padre salesiano Maria Alberto De Agostini fu forse uno dei primi a fotografare e descrivere le Ande Patagoniche e con loro, le immense e mostruose guglie granitiche del Macizo del Paine che compongono oggi l'omonimo Parco Nazionale; e poi le imprese alpinistiche con le guide della Valtournenche Jean Bich, Leonardo Carrell, Pierino Pession e Camillo Pellisier capitanate dal conte Guido Monzino che, nel 1957 conquistano per la prima volta la cima del Paine Grande.

Per non dimenticare poi l'epica sfida tra uomo e montagna vissuta dalla cordata Maestri - Egger sul Cerro Torre terminata con la tragica morte dello scalatore austriaco, raccontata e criticata da Reinhold Messner nel suo libro "Grido di Pietra".

 

Senza tralasciare le opere più contemporanee di Bruce Chatwin, Paul Theroux, Luis Sepulveda e Francisco Coloane che ci regalano attraverso le loro parole un'immagine ancora più desolata e sconfinata del Cono Sur.


Il mio vuole essere un invito per chi, come me, è tuttora affascinato e attratto dalla Patagonia; per tutti coloro i quali si stessero chiedendo che cosa succede in questo recondito angolo del pianeta; per tutte quelle persone che appassionate dalla natura, dagli animali, dai paesaggi e dalle bellissime cime innevate delle Ande Patagoniche avessero voglia di spingersi oltre, di lanciarsi a scoprire, camminare, scalare e imprimere nelle loro menti questa incredibile ed ancora oggi poco esplorata area del nostro pianeta Terra!

 

Invito tutti coloro i quali fossero interessati a conoscere il "Cono Sur" a contattarmi per trasformare parole ed immagini in un'avventura reale; mentre i meno intrepidi potranno seguirmi attraverso i miei brevi e semplici resoconti o dare un'occhiata al magnifico paesaggio della Patagonia attraverso i miei obiettivi e la mia fedele Nikon D7100.

 

Molteplici sono le opzioni e le modalità....Unica sarà l'esperienza!